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Giornata nera

Ho dei clienti che si risentono dei miei “no”. Pochi, devo ammettere, ma ce li ho anche io.

Io che dei miei clienti vado così fiera perchè li ho voluti, coltivati, ma soprattutto perchè mi sono spaccata la testa per capirli, dopo che me ne sono innamorata.

*Sei innamorata dei tuoi clienti? Ma sei fuori? Ti pare una cosa da dire?*

Eh sì, mi pare eccome una cosa da dire, e loro lo sanno. Io sono innamorata dei miei clienti, non tanti ma davvero preziosi, perchè fanno cose speciali e le fanno con competenza, dedizione e passione. Lavorare al servizio di una idea per renderla o mantenerla solida e sicura è l’unica cosa che dà un senso ad un mestiere come il mio. E l’unica cosa che mi gratifica davvero è sapere che sono utile. Se non mi immagino o non mi sento utile, il lavoro non fa per me. E questo è un fatto e lo è sempre stato.

Ora, sovviene talora che io sia utile nel dire “no”. La maggior parte delle persone con cui lavoro capisce il senso di un no e ne fa tesoro, alcuni non lo capiscono (ma c’è speranza), altri se ne rammaricano o addirittura si risentono e cercano di aggirare l’ostacolo. Mi è successo anche che qualcuno si incazzasse di brutto, ma proprio di brutto, e di questo sono onestamente risentita io. Volevo quindi condividere alcune considerazioni di base, perchè oggi sono più risentita del solito.

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