da LaDela | Mar 13, 2020 | Testi ironici di teoria utile
Ho letto diversi articoli di recente, ricevuto telefonate di allievi, colleghi e amici che avevano domande su cosa bisogna fare in questa benedetta didattica a distanza per essere conformi con tutti gli anagrammi di GDPR e AgID, compreso “gierredipi”.
Ho capito, dalle telefonate, che c’è una gran confusione in giro. E la confusione produce errori, che producono danni. Non abbiamo bisogno di altri danni.
Penso quindi che sia utile ed importante rassicurare le persone, oltre che le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, e sfatare un mito che sta circolando in rete ed anche a voce tra sedicenti esperti della materia ed istituzioni impreparate e tese alla gestione dell’emergenza. Non è necessario richiedere alcun consenso ad alcuno.
Non sono sola: ne ho parlato con esimi colleghi che condividono il mio punto di vista e (un po’ a nome di tutti) ve lo racconto.
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da LaDela | Mar 9, 2020 | Testi ironici di teoria utile
Sono in Lombardia, e qui sono tutti sconvolti. Chi più chi meno allucinato, chi più chi meno spaesato. Alcuni (pochissimi a dire il vero) hanno reagito subito, due settimane e un giorno fa. Altri si sono svegliati tra ieri e stamani pensando che fosse un brutto sogno e invece no: l’emergenza sanitaria c’è.
Non ho alcuna intenzione discutere di materie che non mi competono. Personalmente, mi sembra di vedere scene del Manzoni e Gabriel Garcia Marquez e non me ne frega tanto se è peggio la peste, il colera o la polmonite. E se si muore o non e in quanti e chi… Mi interessa ottemperare alle disposizioni del Governo e fare il possibile perchè l’economia italiana non si fermi, nell’assoluto rispetto delle regole di contenimento della pandemia.
Allora vi prego, tutti, tutti, tutti, fate un piano di continuità organizzativa. E se non siete capaci, chiedete una mano agli esperti. Ve la daremo eccome.
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da LaDela | Feb 8, 2017 | Storie di vita vissuta
Ho incontrato una persona, oggi, che mi ha parlato di un fenomeno che per lui è inconoscibile, da consulente: una startup innovativa a vocazione sociale. Mi son sorpresa a guardarmi mentre lo ascoltavo parlare: mai sentito niente di più familiare, invece.
Una startup.
Innovativa.
A vocazione sociale.
Cazzo. Mi è venuto un ricordo. L’ho ricacciato indietro.
Gli ho spiegato perché, al contrario di lui, di quella palla ingestibile di invenzione,
complessità,
disordine,
io so tutto. E quello che non so lo riconosco dall’odore.
Mi sono infervorata un po’ più del solito: la mia non profit manager interiore ha fatto capolino nella conversazione senza che me ne accorgessi. L’ho ricacciata indietro, anche lei.
Di queste due operazioni di negazione successive, a distanza di meno di mezz’ora, in effetti un po’ mi vergogno: rispedisco al mittente le emozioni come un nichilista che rinnega il periodo di acceso volontariato svolto in tarda adolescenza? No, beh, no.
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da LaDela | Feb 5, 2017 | Pillole di "seriezza"
La cosa bella delle storie è che si possono raccontare, perché non hanno freni, àncore, regole: le storie hanno un finale, una morale ed alcune (non tutte) un filo conduttore.
Le storie che racconto qui son tutte senza nomi, e se ci sono è perché me li sono inventati, però son piene di fatti. Racconto storie gravide di geni stroboscopici fatti dello sguardo freddo, ipercritico e curioso del consulente e del gesticolare rapido, appassionato e diffidente dell’imprenditore di turno.
Racconto storie, sì, ed ogni tanto mi chiedo se siano tutte uguali. Le mie storie? Tutte uguali?
Le poche delle tante o le tante delle poche che ho visto, di recente, son quasi tutte uguali: son quasi tutte storie senza due diligence. E la mia capacità di usare il ‘quasi’ in senso puramente matematico è pari solo al mio amore per la punteggiatura.
Piccole redditizie imprese italiane: acquisite. Al secolo si dovrebbe dire comprate, ma acquisite suona più freddo, professionale e meno pericoloso, non trovate?
Da un pesce più grosso, da un pesce diverso, da un pesce straniero. Forse neanche da un pesce.
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da LaDela | Gen 25, 2017 | Pillole di "seriezza"
Diceva un mio compagno di università, al secolo Gianluca D. (se mi autorizza, sarà taggato), che il lavoro del consulente è lineare: produce slide a mezzo di slide. Come pensavamo sofisticato, noi del DES della Bocconi…
Pensavo non sapesse di che parlava, poi ho capito che non aveva torto: che ce ne son di due tipi, di consulenti, quelli che sanno e quelli che non sanno.
Quelli che non sanno, in effetti, spesso producono slide a mezzo di slide. Ve lo dico da consulente.
Lo sapete quante volte mi son sentita dire: ‘Chiara, tu sì che capisci il concetto di scadenza… tu sei un consulente, per voi il deliverable è tutto’?
Infinite.
Non siamo neanche più capaci di chiamarlo per nome in Italiano, il risultato del nostro lavoro, per questo io lo scrivo come si deve però poi lo penso così, in Italiota: de-li-ve-ra-bol. Perchè quella roba lì somiglia terribilmente al prodotto semantico di un azzeccagarbugli, non al risultato del mio lavoro.
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da LaDela | Dic 29, 2016 | Testi ironici di teoria utile
Guardavo, oggi, come una slide può rappresentare una perfetta disorganizzazione.
Ci si può mettere una storia secolare, una azienda redditizia, un settore merceologico a margine alto e certo: la disorganizzazione è figlia di se stessa e partorisce solo gemelli monozigoti.
L’organizzazione è un gene recessivo pilotabile, finché in azienda si possono scegliere gli alleli da combinare.
Guardavo una slide che rappresenta la perfetta PMI italiana: 30 persone a dir tanto, una lunga storia di abitudini incrostate su se stesse, competenze da consolidare, lacune da colmare, team di middle managers da costruire. Guardavo quella slide con gli occhi della Norma, la mia amata UNI EN ISO 9001:2008, in attesa della prossima revisione.
Ci vedevo dentro un disordine entropico da sistemare per generare un flusso canalizzato di energia, informazioni, decisioni guidate da un sistema difficilmente fallibile. Ce lo dice lo standard: scegliete le posizioni in funzione dei risultati, delegate responsabilità operative perché si prendano decisioni efficaci, stabilite i risultati attesi, misurate quelli effettivi.
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